Gli Eroi d'Irpinia riscoperti da Carmine Clericuzio

La Storia e la Memoria, concetti ed elementi che racchiudono e conservano valori imprescindibili, fondamentali e preziosissimi. La Storia e la Memoria, concetti ed elementi tuttavia diversi, non sempre intercambiabili, con accezioni non univoche, ma che trovano un loro naturale intreccio in una sorta di “saldatura” di vicende, episodi, luoghi e persone, che a loro volta si fondono in un’altra formula terminologica, ossia quella che definisce e distingue la “storia locale”.

“La storia locale è una sorta di caposaldo al quale tutti i tipi più diffusi e specialistici di storia devono ritornare, per verifica, come a un punto di riferimento” affermava nel 1927 Lewis Mumford, celebre letterato e sociologo statunitense.

Quindi una storia di una parte che diventa la storia del tutto. Un punto partenza, indiscutibile e necessario.

Carmine Clericuzio prova a creare quella “saldatura” ricostruendo e narrando vicende e personaggi legati alla propria terra d’origine, l’amata Irpinia, ma inserendoli all’interno dei fatti epocali che hanno caratterizzato gli eventi straordinari o nefasti del Novecento, poiché la cosiddetta “grande storia” si costruisce e si alimenta anche attraverso tante “piccole storie”, che hanno segnato indelebilmente l’esistenza di uomini e donne, storie intrise di lotte, di speranze e di conquiste, ma anche di suggestioni, di dolore, di privazioni e di immani sacrifici. Eppure esiste un’altra motivazione che alimenta la passione di Clericuzio per la ricerca, per il recupero di ogni tipo di documentazione e di testimonianze, in un lavoro costante di vera e propria “investigazione”. Una motivazione, difatti, più intima e personale, ma proprio per questo più complessa, ossia il desiderio di salvare dall’oblio del tempo, prima che lo stesso ne cancellasse definitivamente ogni traccia, quante più piccole storie possibili, proprio quelle che hanno contribuito, anche inconsapevolmente, a tracciare la grande storia della terra d’Irpinia.

Così Clericuzio, su giornali, riviste specializzate e libri, presenta vicende storiche del passato irpino, ma soprattutto biografie dettagliate e spesso inedite di variegati personaggi, come i combattenti che hanno partecipato ai due conflitti mondiali, i caduti in guerra, i decorati al valore, o chi si è opposto coraggiosamente e senza indugi, su più fronti, al fascismo e poi ai nazisti, come i confinati politici, i partigiani, i deportati e gli internati militari. Le loro storie, salvate da quell’oblio prima citato, si connettono in maniera inscindibile con i propri paesi d’origine e con le località dove questi individui hanno vissuto.

Irpini che raramente hanno ricevuto l’omaggio e il rispetto che avrebbero meritato. Protagonisti diretti di eventi o di battaglie (non solo di guerra), dove spesso la vita e la morte erano divise solo da un labile confine.

Biografie, però, non asettiche o prettamente nozionistiche, ma ben documentate e intrise di esperienza umana, senza tralasciare i pensieri più intimi, i sentimenti, le angosce e i drammi.

Originario di Taurasi, Clericuzio si è laureato in Scienze Politiche indirizzo storico-politico presso l’Università degli Studi di Salerno, con una tesi dal titolo “La nascita del Partito Comunista irpino e la sua vicenda durante il ventennio fascista”. Giornalista pubblicista, ha collaborato con i quotidiani “Gazzetta di Avellino”, “Giornale di Avellino”, “Corriere dell’Irpinia” e “il Quotidiano del Sud – edizione Irpinia”. Ha scritto saggi e ricerche per le riviste “Nuovo Prometeo”, “Libera Voce”, “Civiltà Altirpina” e “il Monte”. Attualmente i suoi articoli storici sono pubblicati nelle pagine culturali del settimanale “Corriere dell’Irpinia” (diretto da Gianni Festa).

Nel 2019 l’Associazione “Taurasium” (presieduta da Alberico Cardia) gli ha assegnato il prestigioso premio alla Cultura “Castello d’Oro”. Partecipa a laboratori didattici di giornalismo e di storia presso i licei di Avellino e provincia, poi ha preso parte come tutor a progetti di PCTO ex alternanza scuola-lavoro (promossi e coordinati dalla professoressa Margherita Faia).

È stato coautore dei volumi “L’occupazione delle terre in Alta Irpinia. 1945-1950” (2001, a cura di Paolo Speranza) e “L’Irpinia nella seconda guerra mondiale. Dalla crisi del regime alla liberazione” (2004, a cura di Francesco Barra e Paolo Saggese), poi ha collaborato alla redazione dell’opera in volumi “Dizionario Biografico degli Irpini” (2005, a cura di Francesco Barra).

Il suo primo libro da autore è uscito nel marzo del 2019 per la collana editoriale “Scrigno della memoria d’Irpinia”, curata da Michele Miscia per Delta3 Edizioni di Silvio Sallicandro, intitolato “Irpini. Storie di uomini tra guerre e Resistenza. Volume I” (prefazioni di Gianni Festa e Margherita Faia). Poi ha fatto seguito il secondo volume, con lo stesso titolo (prefazione di Margherita Faia e Michele Miscia), nel febbraio 2021. Per la stessa collana editoriale ha poi pubblicato altri tre libri: “Taurasi, Napoli, Lipari. Giuseppe Persiani, il confinato comunista che sfidò il fascismo” (prefazioni di Margherita Faia e Franco Andaloro, postfazione di Peppe Persiani), nel settembre 2021; “La divisa e l’antifascismo. Ottorino Rizzo, il maggiore di Pietrastornina trucidato alle Fosse Ardeatine” (prefazioni di Margherita Faia e Velia Rizzo), nel dicembre 2022; “La guerra, l’internamento, il diario. Domenico Tulimiero, il sergente maggiore di Avellino che si oppose ai nazifascisti” (prefazione di Giorgio Tulimiero e postfazione di Margherita Faia), nel febbraio 2024.
Attualmente Clericuzio è impegnato in un coinvolgente lavoro di ricerca storica incentrata su Antonio Giovino, nativo proprio di Taurasi, medaglia di bronzo al valor militare alla memoria, sottocapo motorista navale del sommergibile “Leonardo Da Vinci”, affondato da unità inglesi nell’Oceano Atlantico nel 1943. L’uscita del libro è prevista per gli inizi del 2025.

I volumi di cui è autore Clericuzio sono catalogati e disponibili in centinaia di biblioteche, anche nazionali e universitarie, in tutta Italia, e anche all’estero.

Pertanto, la Storia e la Memoria sono gli unici strumenti che uniti insieme, pur nelle rispettive differenze strutturali e di influenza, possono creare le migliori condizioni culturali, sociali ed emotive sia per capire il passato e sia per plasmare il futuro. E questo rapporto dinamico e complesso deve affermarsi come un valore condiviso, offrendo spunti di analisi, di approfondimento e di lettura degli avvenimenti soprattutto alle nuove generazioni.

In occasione del 25 aprile dell’anno 2001 Vittorio Foa, antifascista imprigionato dal regime, membro della Costituente, deputato e senatore della Repubblica, sindacalista, storico e scrittore, rilasciò una memorabile intervista al quotidiano “La Repubblica”. Mentre il giornalista sottolineava le carenze di conoscenza storica da parte dei giovani, in un passaggio significativo lo stesso Foa si espresse in questo modo:

 “Ma come fanno a ricordare una cosa di più di 50 anni fa? Se hanno voglia di sentire la storia di quei giorni, bisogna raccontargliela assolutamente. E bene. Non credo che il ricordo vada imposto. Il ricordo più è libero e più vale. E questa è anche l’unica strada per farlo diventare un valore condiviso da tutti”.

Quindi la Storia e la Memoria, che virtuosamente possono essere accompagnate anche dalla definizione di “locale”, se raccontate bene ai giovani, come affermava Foa, possono trasformarsi in strumenti liberi di analisi e di conoscenza per affrontare al meglio le problematiche politiche, sociali, economiche, etiche, che il sistema o il potere, attuali e futuri, spargeranno sul cammino di tutte le nuove generazioni. E Clericuzio con suoi lavori di ricerca e le sue pubblicazioni storiche si pone di contribuire a rafforzare e rendere quanto più realizzabile questo alto e nobile obiettivo, sicuramente con la sua innata modestia ma unitamente alla sua smisurata passione civile, politica, morale e culturale.

Carmine Clericuzio